Arte Africana                                                                     www.africarte.it

African Art - Art Africain - Africart - Arte Africana - Tribal Art                                                                                     (Sito ottimizzato 1024 x 768)

home      etnie      mappe etniche     foto storiche    consigli      expertise      curiosità      miti e leggende      masterpieces      collezioni      links      mail      contatti

 

PENDE: mbuya mask

 

 

 

 

                                         

 

Maschera facciale  " Mbuya " - Pende : Regione del Kwilu, D.R. Congo

Legno chiaro semiduro, rafia e fibre di diversa natura, tela di sacco, colori vegetali rosso-ocra, nero e bianco, materiale sacrificale, patina d'uso. Dimensioni solo legno : h cm 24 x L cm 17 (nella fotografia in dimensione reale)

Le maschere sono gli oggetti d'arte più interessanti prodotte dal popolo Pende. Esse si dividono in due stili maggiori: quello dell'ovest, ossia del Kwilu, è il più conosciuto per le sue maschere " Mbuya " con la fronte molto bombata, la bocca con gli angoli rivolti verso il basso, palpebre pesanti, la linea delle sopraciglia continua sulla fronte che rende l'espressione tetra e cupa; l'altro stile, invece, quello del Kasai, è più geometrico e più colorato: le maschere sono decorate con triangoli rossi e neri su di un fondo di terra di Siena e gli occhi sono spesso stretti e globulosi. Non c'è dubbio che la nostra maschera appartenga allo stile del Kwilu e che sia l'esempio più evidente delle maschere " mbuya ". Questa deve divertire il pubblico e per tale motivo è la più realista e la più espressiva. La " mbuya " esprime il valore della società Pende e funziona come agente ed indirizzo sociale nel fare la satira delle deviazioni e delle contraddizioni dell' "ideale sociale". Il costume è fatto di rafia, di tessuto europeo o di foglie. Venuta dalla foresta, accompagnata da cantanti, musicisti, suonatori di tamburo e giocolieri, la " mbuya " appare alla fine dei riti della circoncisione. Al termine della festa, i giovani circoncisi si ritrovano nella foresta per togliersi le maschere e manifestarsi reciprocamente: soltanto allora hanno il diritto di toccare le maschere ed i diversi oggetti rituali.

Influenzato da Louis de Sousberghe, William Fagg erroneamente credeva che questo tipo di maschera fosse una " Kijing " propria del territorio dei Pende orientali, ossia della regione del Kasai. Malutshi Mudiji-Selenge ha corretto questo errore nel 1988. Egli è venuto nella determinazione che questo tipo di maschera " gabundula " (maschera boia) appartiene al gruppo delle " mbuya ". Essa rappresenta il "giustiziere della stregoneria", il " Kodi dia ngang " che è conosciuta nel territorio dei Pende occidentali, ossia nella regione del Kwilu. L'autore interpreta il " mifunyi " con il volto segnato dalle rughe e con i segni che incutono terrore. Herbert Cole ( Cole, 1985, pag. 283) distingue le  "maschere del villaggio", le " mbuya " che rappresentano gli antenati, dalle maschere di potenza, le " minganji " che rappresentano le persone viventi. Le " mbuya " sono usate nel corso delle iniziazioni dei ragazzi. Bibliografia: Fagg. 1980, pag. 130 - Mudiji-Selenge, 1988, n° 154.

Sulle maschere " mbuya " le vicissitudini della vita sociale e religiosa, le alternanze politiche terrene ed i misteri della vita interiore proiettata nell'universo della continuità rigeneratrice, si armonizzano in una dialettica di morte, di vita e di rinascita. Manifestandosi nel grande rito d'iniziazione, la " mukanda " comune ai popoli del Kwango, Kwilu e del Kasai, fino all'alto Zambesi, in Zambia, le maschere " mbuya " dominano con un ruolo essenziale. Punto di convergenza e di ragionamento di tutti gli aspetti della cultura tradizionale Pende, le maschere " mbuya " ricapitolano l'essenza stessa della visione Pende, attraverso la metamorfosi delle maschere. Esse uniscono il cosmo alla cultura, nascondono e svelano le realtà fondamentali del gioco e la terapia. I molteplici visi delle maschere prolungano una parola fatta di silenzio; le danze ed il gesticolare dei danzatori si svolgono e si sviluppano negli spazi visibili ed invisibili. Al tramontar del sole, le maschere diventano dei " mvumbi ", antenati, spiriti di morte che vengono dall'altro mondo e si manifestano attraverso i vivi in una veritiera e realistica apparizione.

 

Marcello Lattari

 

Bibliografia: 1) L'ART AFRICAIN, Les principales ethnies de l'art africain par Francoise Stoulling-Marin, pag. 585, Citadelles & Mazenod, 1988, Paris.

                  2) AFRICAN MASKS, pag. 272, n° 207-Prestel-Munich-London-New York-2002

                  3) MASQUES, pag.160, Musée Dapper, Ed.Dapper, 1995, Paris.
                  

 

 


 

home      etnie      mappe etniche     foto storiche    consigli      expertise      curiosità      miti e leggende      masterpieces      collezioni      links      mail      contatti

 

I diritti, i testi, i nomi, i marchi e i banner riprodotti in questo sito sono di proprietà dei rispettivi titolari.

Le immagini, anche se non coperte da copyright, sono di proprietà degli autori delle opere riprodotte.