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NAGO: gelede mask

 

 

 

 

                                                 

 

Maschera cimiero della società  "Gelede" -  NAGO / YORUBA:  Nigeria - Benin - Togo (Regione dell'antico regno di "KETU")

Legno, pigmenti, patina d'uso. Dimensioni: h cm 58 x L cm 31  (nelle fotografie in dimensione reale)

Ketu, Terra dei Nagò, è uno dei più antichi regni Yoruba e, secondo la leggenda, sarebbe stato fondato da Alaketu, che ne fu anche il primo re. Divenne una tappa importante durante le migrazioni dal Togo e dal Benin dei popoli Aja ed Ewe. Nel tempo, diverse ondate di immigrati hanno popolato questa regione e, da liste ben documentate dei re di Ketu, si può far risalire l'origine del regno al XIV° secolo; tale regno non ha mai avuto un'espansione, come quello di Oyo, ma ha mantenuto l'autonomia, probabilmente, fino al XIX° secolo. I Ketu sarebbero all'origine della tradizione della maschera  " Gelede ". Secondo alcune leggende che circolano a Egbado e a Ketu, la società Gelede sembra aver avuto il suo debutto durante il periodo di prosperità nell'ultimo quarto del XVIII° secolo. In quel tempo alla città Ketu d'Ilobi era accreditata una reputazione specifica: quella di essere un rinomato centro dell'arte scultorea.

La società Gelede rende omaggio ai poteri spirituali delle donne anziane, chiamate affettuosamente " awon iya wa (nostre madri) ", che hanno un potere paragonabile a quello degli dei, degli spiriti e degli antenati e possono usarlo sia per il bene che per la distruzione della società. Le danze Gelede, tramite i portatori di maschere, hanno il compito di intrattenere la comunità e, soprattutto, le nostre madri, le donne anziane; fare in modo che queste si divertano ed adoperarsi  affinché siano realmente ben disposte ad usare la loro straordinaria potenza per il bene della società segreta. Questi spettacoli sono dunque un sacrificio, "ebo": una preghiera alle forze del mondo, utilizzando, tutto insieme e contemporaneamente, il potere estetico della scultura, dei costumi, delle canzoni e della danza. Essi offrono un commentario specifico ed esplicito su degli aspetti sociali e spirituali ed aiutano così a definire la società ed i membri che la costituiscono in modo costruttivo. Per opposizione agli  " Egungun " ed a  " Oro " che si interessano principalmente alle forze spirituali dell'altro mondo (orun), Gelede si concentra sulle forze del mondo (aye), ed in primo luogo sulle donne anziane i cui poteri sono a volte spirituali ed a volte economici. I problemi umani e temporali prendono il sopravvento sulle entità spirituali.

Le immagini prodotte per il rituale e le maschere della società Gelede sono molto varie e diverse tra loro perché le madri "possiedono il mondo" (oni l'oni aye), e la società costituisce "i figli delle nostre madri". Le maschere fanno riferimento ad una grande varietà di ruoli e di attività femminili e maschili, sia attraverso gli oggetti associati a tali ruoli, sia durante le scene allegoriche e mimate. Dipingono egualmente degli animali, metafore di alcune azioni umane, oppure illustrano proverbi e canti popolari che accompagnano spesso le maschere. I serpenti sono particolarmente popolari fra le maschere Ketu-Gelede. La loro predominanza può derivare da diversi fattori. Per un esempio fra tanti, Osumare, un orisa associato all'arco nel cielo (arcobaleno) e venerato nella regione, è rappresentato sotto l'apparenza di un serpente celeste, in modo specifico il pitone. La divinità del serpente Dan/Dangbe è adorato in tutta la valle della riviera Weme ed anche in un vasto territorio del Benin meridionale, particolarmente dai popoli Fon, Aja e Gun. Queste pratiche possono aver influenzato l'immaginario Gelede in questa regione. I danzatori mascherati sono sempre uomini; i tessuti per il costume sono fatti dalle donne della comunità. I cori sono cantati da uomini e donne insieme e gli invitati d'onore sono gli anziani della comunità, soprattutto le donne. Con la deportazione degli schiavi il culto delle Gelede si è trapiantato anche in Brasile.

Accertata la grande varietà dell'immaginario Gelede, per i motivi sopra analizzati, riscontriamo nella produzione artistica un eclettismo smisurato ma che certamente non si risolve in stravaganze individuali, attenendosi gli scultori alle tradizioni ed alle ritualità proprie delle danze con i relativi significati ed allegorie. Alcune volte si possono notare delle sovrastrutture molto complesse e difficili da portare nelle danze al suono dei tamburi, ma il tutto dipende dall'espressione della forza vitale "ase" che attraversa tutti gli elementi della creazione, con più o meno intensità.

La maschera della nostra collezione, con la sua sovrastruttura, rappresenta una delle scene più popolari del repertorio Gelede che è quella del cacciatore, che sia umano o animale. In questo caso abbiamo un gruppo composto da più attori in cui intravediamo ciò che simboleggiano, nel pensiero Nagò-Yoruba, le forze di competizione autonome del cosmo. Il serpente è associato con la vigilanza: l'uccello. I volumi pieni della testa, la forma e la grandezza delle orecchie, la scultura degli occhi, del naso e della bocca sono caratteristiche di un lavoro Nagò-Yoruba della regione dell'antico regno di "KETU".

Marcello Lattari

 

Bibliografia:

1)  ARTS DU NIGERIA - pagg. 79, 80, 81, 262 - Réunion des musée nationaux - Parigi, 1997

2)  VAUDOU D'AFRICA - pag. 131 - Edizioni CARTE SEGRETE - DATA ARTE s.r.l. - Roma, 1992

 


 

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