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IGALA: egwu agba mask

 

 

 

 

 

                                       

 

 

Maschera casco-helmet  "Egwu Agba"  -  IGALA: Nigeria - a sud del fiume Bénué, alla confluenza con il Niger

Legno chiaro semiduro, colori vegetali, caolino, patina d'uso. Dimensioni : h cm 38 x L cm 26 (nelle foto in dimensione reale)

 

Neyt ha dedicato (1985) un libro alle etnie dello Stato del Bénué da cui possiamo avere una parte delle informazioni concernenti gli Idoma, gli Igala e i Tiv. I circa quattrocentomila Igala sono stanziali sulla riva sinistra del Niger al sud della sua confluenza con il Bénué. Parlano una lingua Kwa. Hanno per vicini, al Sud gli Igbo, ad Est gli Idoma, ma hanno sempre intrattenuto contatti con i Bini, i Yoruba, i Jukun. Sono soprattutto degli ottimi agricoltori. Secondo le tradizioni, alla fine del XVI° secolo i differenti clan autoctoni Igala-mela si sono riuniti sotto un unico Re, "Ata", di origine straniera, di nome "Ayegba". L'Ata si è radicato nelle diverse comunità etniche installate nella capitale Idah: Igbo, Nupe, Igbira e Hausa. J.C. Muller (1980) ha dimostrato che il sistema di potere non era assoluto e che gli Igala-mela, all'origine proprietari della terra, avevano anche un capo, "Achadu" o "sostituto del Re", la cui autorità era uguale a quella dell'Ata. Come spesso possiamo notare in tutta l'Africa Nera, ritroviamo, anche presso gli Igala, un potere del Re che è limitato da un contro-potere instaurato da una diversa classe sociale della comunità. Secondo la leggenda, rifiutando di pagare il tributo al regno Jukun di Wukari, l'eroe Ayegba acquistò l'indipendenza del suo popolo ingaggiando una cruenta battaglia. Per conseguire la vittoria, su consiglio dell'indovino, sacrificò la propria figlia seppellendola viva in un profondo pozzo. Da quel momento l'Ata ed il suo cuore si recarono ogni anno presso la tomba della giovane figlia. Il regno degli Igala raggiunse il suo apogeo tra il XVII° ed il XVIII° secolo e nel 1831 i primi esploratori europei rimasero entusiasti per l'apparato e la potenza del regno. Con il colonialismo e l'occupazione della regione, il regno ebbe un rapido declino fino al 1956 quando furono anche proibite le feste ed il suicidio rituale del Re. Gli Igala avevano anche la reputazione di essere dei "cacciatori di teste" per alimentare le feste rituali durante le quali venivano effettuati sacrifici umani.

Durante queste feste annuali, le maschere giocavano un ruolo molto importante. Gli Igala praticavano un culto per lo spirito dei morti, "Egwu", che si manifestava sotto la forma di una maschera-casco, in occasione delle feste che celebravano la raccolta dell'igname. La superficie di queste maschere-casco è striata in senso verticale ad eccezione della bocca e del naso, come nelle teste d'Ifé in bronzo o in terracotta. La maschera è convessa, gli occhi semichiusi, traforati a mandorla, le orecchie rotonde; per la sua tipologia, Neyt (1985) le classifica come maschere Reali.

Uno degli aspetti più importanti della produzione degli Igala è la distinzione che facevano tra le maschere Reali e le altre. Le maschere rituali Reali ammontavano ad un insieme di nove figure mascherate che appartenevano, come indica il loro nome, ad "Ata" o Re di Idah, capitale degli Igala. Tutte insieme esse formavano l' "Egwu Ata" - Maschere del Re - e sette di esse erano affidate alle cure degli eunuchi accreditati del "Palazzo", mentre le altre due avevano il titolo di "Agaidoko" che non era un eunuco. Sette delle nove maschere Egwu Ata portavano dei caschi neri adornati di semi di abrus precatorius, rossi e neri, ed alcuni tratti erano dipinti in bianco. Il costume era costituito da strisce di tessuto rosso e giallo attaccate al bordo del casco e che pendevano in modo da nascondere il danzatore. Solo altre due maschere comportavano tra gli Igala l'uso dei caschi come per la maggior parte delle Egwu Ata: la "Ugbodu Achadu" che apparteneva all' "Achadu", capo dei sostituti del Re di Idah e quella, come la nostra, chiamata "Egwu Agba" che veniva prodotta soltanto a Ibaji, regione rivierasca situata al sud della capitale degli Igala. Il nome della maschera "Agba" deriva dal termine Yoruba e significa "vecchio uomo" oppure "l'anziano". Come le Egwu Ata, la maschera Egwu Agba portava un costume a strisce rosse e gialle ma, diversamente dalla prima, il casco Egwu Agba non era ornato dai semi di abrus precatorius. Le maschere Agba figuravano presenti nella maggior parte delle grandi feste come l' "Akwu", rituale finale dei funerali che metteva fine ad un periodo di lutto. Questo rituale era costituito da danze mascherate che si praticavano nel villaggio in un qualunque spazio aperto. Al contrario delle Egwu Ata, le maschere "Ibaji", dotate del nostro casco "Agba", non dipendevano in alcun modo dall'autorità, dominio o possesso del Re.

Nelle manifestazioni e nell'espressione dell'Arte, la Nigeria resta, a nostro avviso, una delle regioni dell'Africa Nera in cui riscontriamo l'eclettismo più esasperato, evidentemente frutto del crocevia delle civiltà che storicamente è risultata essere per la sua posizione geografica, oltre che per la naturale accondiscendenza di ogni popolazione, stanziale lungo il corso dei fiumi, veicoli e vettori di civiltà, ed ancor più lungo le coste dell'oceano, ad assorbire, in una sorta di fantastica simbiosi mutualistica, le culture e le tradizioni in transito sul loro territorio indigeno: i classici tratti delle opere d'arte dell'antica civiltà d'Ifé, che la nostra maschera, dopo qualche secolo, mette in bella mostra, lo dimostrano in modo inconfutabile.

 

Marcello Lattari

 

Bibliografia:

1) L'ART AFRICAIN, Les principales ethnies de l'art africain par Francoise Stoulling-Marin, pag. 542, Citadelles & Mazenod, 1988, Paris -

2) ARTS DU NIGERIA - pagg. -  200 / 204  - Réunion des musée nationaux - Parigi, 1997

3) AFRICAN ART in american collections - Warren M. Robbins & Nancy Ingram Nooter - pagg. 278 - 279 - Schiffer Book - PA - 2004 - USA

4) J.C. MULLER, Le Roy bouc émissaire, Québec, S.Fleury, 1980 -

5) F. NEYT et A. DESIRANT, Les Arts de la Bénué aux racines des traditions, éditions Hawaiian Agronomics, 1985 -

6) J. BOSTON, Ikenga Figures among the North-West Igbo and the Igala, Lagos, Londres, 1977 - 

 

 

La maschera completa in una fotografia di J. Boston

(Tratta dal libro: ARTS DU NIGERIA - pag. 204 - Réunion des musée nationaux - Parigi, 1997)

IGALA: ritual mask  "Egwu Agba"

 

 


 

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