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BAOULE': mblo mask

 

 

 

                                           

 

 

Maschera facciale  " Mblo " - Baoulé: Costa D'Avorio

Legno duro, pigmenti, sostanze sacrificali, caolino, patina d'uso. Dimensioni: h cm 34 x L cm 17  (nella fotografia in dimensione reale)

Le maschere facciali "Mblo" utilizzate nelle danze di divertimento, circa da due generazioni, sono tra le forme e le espressioni più antiche dell'arte baoulé. Queste maschere molto raffinate che rappresentano dei visi umani, oggetti baoulé prototipi delle collezioni d'arte, sono generalmente il ritratto di una persona particolare e conosciuta. Nel corso di tutto il XX° secolo queste maschere di una varietà eccezionale sono state scolpite in una quantità tale da surclassare, nel numero, qualsiasi altro tipo di maschere baoulé. Nella tradizione del popolo baoulé esiste la convinzione che queste maschere siano sempre esistite: nei villaggi del sottogruppo "Mamla" si narra che sono state portate dopo che i loro antenati erano emersi dalla terra o erano scesi dal cielo, mentre nei villaggi non "Mamla" si pensa che sono talmente antiche che è impossibile conoscere le loro origini. Le Mblo rappresentano, al di sopra di tutti gli altri tipi di maschere, lo stile proprio della scultura baoulé che si applica a tutte le statue ed agli oggetti anche di uso comune come cucchiai, pettini o puleggie di telaio. La superficie è ben lustrata, tale da imitare una pelle liscia e ben nutrita, mettendo in risalto, con diversi volumi, le accurate acconciature dei capelli e le raffinate scarificazioni. I visi sono idealizzati e con espressione pensosa: la fronte alta come espressione di elevata intelligenza e gli occhi abbassati per esprimere con rispetto la loro presenza nel mondo. Le eventuali decorazioni che sovrastano la testa, come animali, pettini, corni, uccelli, sono inseriti per la loro bellezza e per il gusto estetico e non hanno assolutamente alcun significato iconografico. Così come l'abbellimento di barbe, trecce e qualsiasi altro ornamento è utilizzato per accrescerne la bellezza ed affinarne il fascino personale, consentendo semplicemente di portare estetica piacevole agli altri.

Susan Vogel: " Nel maggio 1996 l'artista Nyakan Ndri, non contraddetto da nessuno, mi dichiara che le maschere ritratto mblo erano la vetta della scultura baoulé, la sua forma artistica più bella, anche se queste maschere sono più facili a scolpire che non le statue o le maschere a casco. Le loro forme tradizionali - il viso idealizzato, la capigliatura, la decorazione sulla sommità - hanno dato agli artisti baoulé un'occasione eccezionale di dimostrare pubblicamente il loro talento e la loro creatività. Gli artisti del passato sembrano non essersi mai ripetuti in queste opere, probabilmente perché queste maschere sono dei ritratti che rappresentano persone particolari e, di conseguenza, differenti. Nello stesso modo quando si mostrano due gemelli assieme sulla stessa maschera, questi non sono mai uguali."

"Mblo" è il nome di una categoria di spettacolo che utilizza delle maschere facciali in danze parodistiche e descrive una forma di rappresentazione tipo il nostro teatro dell'opera. Tale forma ha permesso ad alcuni individui di "scrivere" in numerose forme e con nomi differenti. Lo schema di base è centrato attorno ad un personaggio vestito ma non mascherato (il cui nome è spesso dato a tutte le manifestazioni) e da una serie di maschere facciali. Per un'esibizione sommaria, il personaggio vestito spesso chiamato "Ambomon" può apparire solo, senza danzatori mascherati. Negli anni '70 ed '80, nei villaggi situati in tutte le regioni baoulé, la Vogel ha registrato un gran numero di nomi differenti e diverse descrizioni di danze mblo di cui la versione di Kami e di qualche altro villaggio viene chiamato "Gbagba". Attualmente la danza "Mblo" è fuori moda e, nonostante alcuni villaggi la riprendano e la ripropongano al gusto del giorno, nella maggior parte dei casi si è perduta nel dimenticatoio. Nel 1986 una nuova danza mblo, con un altro nome ed un'altra musica, fu presentata e rappresentata a Kami : "Kpan-Kpan".

In conclusione per questa sommaria descrizione della maschera ritratto Mblo dobbiamo soltanto aggiungere che probabilmente nella storia del popolo Baoulé non esistevano affatto le maschere, come non esistono in tutti i popoli di "genetica" Akan. L'emigrazione nella Costa D'Avorio dal Ghana ha consentito a questo straordinario popolo di orafi di assorbire i rituali dei popoli indigeni e, dunque, di far proprie anche le maschere. La straordinarietà è proprio nella raffinatezza dell'esecuzione, ma che è cosa normale se si pensa che l'Arte Baoulé deriva da una tradizione di incisori, cesellatori della materia più nobile: l'oro.

Marcello Lattari

 

Bibliografia: L'ART BAOULE', Susan M.Vogel, pagg. 141 - 144 - 145, Adam Biro 1999, Paris

 

 


 

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