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ANYANG: okum ngbe mask

 

 

 

 

                                       

                                       

 

Maschera casco Janus  " Okum Ngbe"  -  ANYANG (Anang): Nigeria Sud-Est - Regione del Cross River

Legno, pelle, tessuto, ferro, ottone, patina d'uso. Dimensioni: h cm 33 x L cm 32 x Diametro base cm 27  (nelle fotografie in dimensione reale)

Nella regione del Cross River, nel Sud-Est della Nigeria, a confine con il Camerun, vivono numerosissime etnie le cui origini bantu sono collocate al nord, presso il fiume Bénoué. Malgrado le comuni origini, questi popoli, tradizionalmente, si sono opposti gli uni agli altri. Le teste e le maschere a casco ricoperte di pelle, caratteristiche di questa regione, sono uniche in Africa. La loro produzione fu attribuita agli Ekoi (Ejagham) man mano che le collezioni venivano a costituirsi. In realtà queste maschere, con qualche piccola variante, si riscontrano anche presso gli Efik, i Keaka, i Baniang, i Boki nel nord-est; gli Ibibio Anyang  (Annang-Anang) nell'ovest; i Mbube, gli Etung, e fino ai Bangwa del Camerun. Queste maschere erano trasportate in canotto oppure, per le lunghe distanze, per vie di terra e provenivano dal Calabar ma il loro modello si è diffuso in tutta la regione dell'estuario e nello stesso tempo ad ovest del fiume, presso gli Anyang che sono stanziali vicino al Cross River, tra gli Ibibio e gli Ekoy (Ejagham). L' Old Calabar è il luogo d'origine di tale costume. Con il suo intenso traffico, il Cross River è stato un centro di commercio degli schiavi e dell'olio di palma; dal 1668 gli abitanti sono stati in contatto con gli europei e per tale motivo si potrebbe trovare la spiegazione dello spiccato naturalismo della loro produzione artistica.

L'associazione Ekpe, probabilmente fondata ed adottata per primi dagli Efik, per comodità generale per il commercio degli schiavi, si diffuse anche presso le altre etnie prendendo anche nomi diversi come la  "ngbe" presso gli Ejagham che, per vicinanza, la diffusero anche presso gli Anyang. Tale associazione è vincolata a molteplici eventualità generali e ad un insieme di credenze religiose legate allo spirito tutelare del leopardo, riattivato durante i rituali, e ad un sistema segreto di segni, "nsibidi", oppure a pittogrammi disegnati sui corpi, alle acconciature, ai tessuti ed al linguaggio gestuale codificato della danza. Il capo della società "nkanda", incarnazione del leopardo, portava una maschera casco Janus, che per tal motivo significa : "Lo Spirito vede tutto". La maschera della nostra collezione, su raffigurata, appartiene a questo rituale e, data la difficoltà di attribuire ad un'etnia specifica, per i motivi sopra esposti, le opere quasi uguali per tutte le comunità, ci siamo attenuti alla classificazione di Jean-Louis Paudrat, nel capitolo "Documentation", pag. 415, fig. n° 541 del Volume: L'Art Africain - Citadelles & Mazenod, 1988, Paris -

La maschera " Okum Ngbe" probabilmente, come dice il Talbot (1912) è un surrogato della maschera originale che era costituita dalla testa del nemico ucciso in battaglia e che veniva portata come trofeo. Durante la danza rituale, lo "nkanda", circondato da due accoliti mascherati, scarta i non-iniziati con una frusta e si reca alla casa degli iniziati agitando dei campanelli, per avvertire tutto il villaggio della presenza dello spirito. L'una delle due facce della maschera è femminile, con espressione dolce e non mostra i denti; l'altra è maschile, con espressione cupa e feroce e con denti in evidenza. Il culto del leopardo ha avuto l'effetto dell'unificazione sulle comunità sparpagliate del Cross River. Le transazioni commerciali, gli scambi rituali e sociali si facevano facilmente grazie a questo culto comune, superando anzi l'ostacolo di un regime non centralizzato e di un'istituzione politica che normalmente non oltrepassava l'ambito del villaggio.

Ngbe è il termine che si usa per designare il leopardo, lo spirito del leopardo ed il culto che permette di invocare questo spirito per il beneficio della comunità. La società Ngbe si riunisce per discutere degli affari del villaggio, formulare le leggi, emettere sentenze e fare degli annunci pubblici, oppure ancora in occasioni di danze rituali mascherate. Le mascherate Ngbe sono accompagnate da banchetti con cibo e bevande e, soprattutto, da un codice di comportamento, nel quale si ritrova, per esempio, il rito della degustazione del vino di palma.

Come abbiamo detto, il metodo per esternare l'arte attraverso uno spiccato stile naturalistico è proprio di queste etnie e ciò potrebbe essere il risultato dell'influenza europea in questa zona fin dal 1668, ma è d'uopo usare il condizionale in quanto, in alcuni casi, molti rituali originali si sono estinti definitivamente assieme alle naturali e proprie interdipendenti emanazioni formali e, in altri casi, l'evoluzione ha consentito inesorabilmente la trasformazione e l'adattamento ai tempi dell'uso del rituale, anche se, molte volte, si è potuto constatare che lo strumento è rimasto intatto ed è quello originale, zeppo di un quantitativo enorme di segreti tutti da scoprire.


Marcello Lattari

 

Bibliografia:

1) L'ART AFRICAIN, Les principales ethnies de l'art africain par Francoise Stoulling-Marin, pag. 415 - 481 - 551 - 552, Citadelles & Mazenod, 1988, Paris -

2)  VAUDOU D'AFRICA - pag. 80 - Edizioni CARTE SEGRETE - DATA ARTE s.r.l. - Roma, 1992

3)  ARTS DU NIGERIA - pagg. -  147 / 167  - Réunion des musée nationaux - Parigi, 1997

 

 


 

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