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Senufo  (Senoufo-Siena-Sienna-Senadi-Senari-Syenere-Tiebaara-Tyebala)

- Costa D'Avorio / Mali / Burkina Faso -

 

 

SENUFO - Cod.001 -  cm  h135 x L26 x p26                                   SENUFO - Cod.002 -  cm  h86 x L20 x p18                                   SENUFO - Cod.003 -  cm  h108 x L21 x p19

 

 

SENUFO - Cod.004 -  cm   h91 x L17 x p18                                  SENUFO - Cod.005 -  cm  h63 x L22 x p16                                  SENUFO - Cod.006 -  cm  h60 x L16 x p15

 

 

SENUFO - Cod.007 -  cm  h50 x L9,5 x p10                                   SENUFO - Cod.008 -  cm  h38 x L17 x p12                                   SENUFO - Cod.009 -  cm  h37,5 x L19 x p11

 

 

SENUFO - Cod.010 -  cm  L78 x p25 x h28                                   SENUFO - Cod.011 -  cm  h11,5 x p7,7 x L3,4

 

 

SENUFO - Cod.012  -  cm   h35 x L13,5 x p14                                 SENUFO - Cod.013  -  cm  h82 x L25 x p25                                 SENUFO - Cod.014 -  cm  h55 x L14 x p7

 

 

SENUFO - Cod.015 -  cm  h81 x L18 x p18                                    SENUFO - Cod.016 -  cm  h73 x L17 x p17                                   SENUFO - Cod.017 -  cm  h87 x L19 x p20

 

 

SENUFO - Cod.018  -  cm   h66 x L24 x p14

 

 


 

 

Senufo ( Siena) Arte:     di Georges Balandier, ordinario alla Sorbona; direttore dell'Ecole pratique des Hautes Etudes, Paris.

 

" I Senufo o Siena occupano una vasta regione sulla Costa D'Avorio settentrionale, ai confini del Mali e dell'Alto Volta (attuale Burkina Faso). Compongono un gruppo eterogeneo, storicamente sottomesso alla pressione dei popoli sudanesi del Mande, ancora aperto agli influssi culturali arcaici (Lobi). Ottimi agricoltori, si impadronirono anche delle tecniche e delle arti, al punto che le loro opere plastiche sono fra le più famose del mondo negro e nel contempo le più imitate. Una specie di dea madre, Katieleo, dispose l'opera della creazione e continua a presiedere ai lavori artigianali, in particolare al più antico di essi, la ceramica. Le donne senufo fabbricano bellissimi recipienti in terracotta, vasi sapientemente decorati, recipienti per l'acqua e la birra, fino alle enormi giare-granai dove si conserva il riso. Gli specialisti del metallo - i  lorho o fonditori - costituiscono una casta che lavora il rame a sbalzo con il metodo a cera persa. Producono gioielli, statuette votive o divinatorie, copie della maschera Kpelié destinate al mercato turistico. Anche gli intagliatori in legno si raggruppano in una casta ( dalobele o Kpembelé ). Si servono spesso di un legno che, tenero quando è appena abbattuto, indurisce e annerisce invecchiando. Completano la loro opera colorando alcune parti dell'oggetto con una tintura nera stesa su un fondo rosso. La scultura in legno tratta soprattutto le figure di antenati, maschili e femminili, e le effigi dei notabili. Presenta uno stile apparentemente rudimentale, di una certa povertà morfologica, ma possiede un'indiscutibile efficacia espressiva. Il tronco e le membra sono massicce, pesanti e arrotondate; le braccia staccate dal corpo terminano con una specie di paletta che si appoggia sulle cosce. I volti non sempre sono trattati minuziosamente, ma vi si ritrovano sempre le caratteristiche principali, cioè la forma allungata e il prognatismo accentuato. In certe opere i particolari sono resi con cura e subiscono una deformazione significativa: sopracciglia incrociate, occhi chiusi da palpebre voluminose, bocca atteggiata a smorfia; l'insieme dà l'impressione della meditazione. Le statue di grande formato - coppia che reca sulla testa un vaso e riceve le offerte durante i funerali, personaggi con la maschera da animale, " geni " presenti nelle scuole di iniziazione - non sono le meglio rifinite. Abili artisti e buoni manipolatori di simboli, i Senufo hanno popolato i loro villaggi di "maschere"  formanti una vera e propria società che moltiplica in un certo senso la società umana. Di queste alcune, massicce, cornute o cariche di attributi (piume, punte, ecc.), rappresentano teste animali, come il wanyugo, armato di potenti mascelle e di lunghe corna, che ha la funzione di evocare lo stato originario del mondo come lo descrivono i miti. Questa maschera reca spesso il segno distintivo delle prime cinque creature viventi: camaleonte, tartaruga, coccodrillo, pitone e un uccello chiamato calao, che è un tema dominante della scultura senufo. La maschera Korobla, di uso più limitato, presenta una testa a forma di globo, occhi sporgenti,  muso e fauci che mostrano enormi zanne: a volte l'effetto terrificante è accresciuto da due di questi volti messi in posizione opposta. Kagba e Nassolo sono importanti non tanto per la parte scolpita - una piccola testa - quanto per l'insieme di materie vegetali che quest'ultima regge. In forma di tetto a due facce o di semicilindro, per la lunghezza di due o tre metri, il corpo della maschera è decorato con motivi geometrici bianchi e neri oppure con disegni bianchi, rossi, e neri corrispondenti alle insegne della scuola iniziatica. Una menzione particolare merita la maschera Kpelie, grazie alla quale l'arte senufo raggiunse la sua migliore espressione. Maschera umana di piccole dimensioni, dove il volto allungato è circondato da vari attributi, testimonia una ricerca estrema nell'ambito della stilizzazione: ogni particolare si iscrive in una superficie concava che nasce dalla fronte sporgente e termina con la proiezione della bocca. Il Kpelie serve a ricordare ai neofiti la fragilità delle opere umane e i pericoli derivanti dal disordine verificatosi in conseguenza del primo adulterio mitico. Ordine e disordine, mito e storia, tradizione ed evoluzione, questa eterna tensione che rende vulnerabili le società e le culture, si ritrovano al centro dell'arte senufo conferendole una portata universale."

(Dictionnaire universel de l'Art et des Artistes; Fernand Hazan, 1967-1968, Paris).


E' importante riportare, in versione integrale in lingua francese, quanto lo Stoulling-Marin esprime sulle statue senufo di grande taglia: " Au milieu de milliers d'objets 'populaires', les statues de grande taille, au nombre d'une quinzaine, restent les chefs-d'ouvre de cette ethnie; leur bois est très dur. Le style 'archaique' de ces sculptures est plus abstrait; elles comportent une utilisation des vides, comparable à celle des Mumuye de l'est du Nigeria".(L'art africain, Les principales ethnies de l'art africain par Francoise Stoulling-Marin, pag. 513, Citadelles & Mazenod, 1988, Paris). Senza dubbio l'Arte Senufo, tra le più studiate dell'intero continente africano, resta molto affascinante e ci accomuniamo anche  al grande tributo che gli stessi scultori Bambara le riconoscevano, quando dichiaravano i Senufi loro maestri. (Marcello Lattari)

 

 


 

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